A proposito di Università, le speranze di Pietro Di Gennaio
giugno 25, 2013 by Nicola Nigro
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Auguri al Rettore che verrà!
Finalmente si vota
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il nuovo Rettore dell’Università di Salerno.
Occorre saper cogliere questa occasione
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per aprire una fase nuova,
difficile ma ambiziosa.
E’ necessario aprire una stagione di chiarezza -
e di trasparenza nelle scelte del prossimo futuro
per una Università aperta ai bisogni
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delle nuove generazioni.
- Ci siamo già occupato dell’Università e del futuro Rettore (vedi link:La speranza che il futuro Rettore, vada oltre il “recinto” accademico/) ed in quell’occasione lanciammo dei precisi riferimenti che il futuro capo dell’ateneo devrebbe tener conto: il TERRITORIO.
Infatti, non avrebbe senso non utilizzare ai fini produttivi ed occupazionali, ciò che si studia e si sperimenta, insomma, sarebbe, per certi versi, un inutile “spreco”.
In quell’occasione lanciammo un confronto aperto di cosa ne pensassero le forze impegnate all’interno dell’Università ( candidati, dirigenti, professori, studenti, sindacati, ecc.), ma abbiamo avuto poco attenzione anche da parte dei candidati stessi e cioè che ne pensano, davvero, del rapporto: Ateneo – Territorio.
Comunque le cose scritte ed indicate nella sua nota da parte del Coordinamento USB Università, Pietro Di Gennaro, meritano attenzione per questo abbiamo visto opportuno rilanciarla.
Allegato_1_Auguri al Rettore che verrà
La speranza che il futuro Rettore, vada oltre il “recinto” accademico
giugno 21, 2013 by Nicola Nigro
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Una diversa collaborazione tra Enti, Aziende ed Università; più consulenza
e più soluzioni informatiche, anche per le Amministrazioni locali.
Un futuro con più sviluppo economico,
basato sul sapere, sulle tecnologie
e sui servizi avanzati.
Riflessione: Elezioni Rettore Università e Territorio
( Pdf – Riflessione _Elezioni Rettore Università e Territorio )
La scelta del nuovo Rettore dell’Università di Salerno è di fondamentale importanza anche per il futuro dello sviluppo socio-economico del territorio della provincia più estesa d’Italia.
Approfittiamo del comunicato (A proposito del nuovo rettore) di Enzo Greco (vedi allegato 1) diramata per la stampa per attirare l’attenzione del futuro rettore su cosa dovrà essere la Comunicazione accademica, secondo lui.
A tal proposito il dott. Greco scrive: “…Cosa mi aspetto dal nuovo rettore? ……. dovrà dare una scrollata alla farraginosa macchina amministrativa individuando aree e uffici capaci di mettere in comunicazione il Campus con l’esterno: area stampa, area promozione di ateneo, area internazionalizzazione. Questo significa mettere mano alla riorganizzazione dell’ufficio stampa tenendo presente le indicazioni della legge 150/2000…”.
Innanzitutto ribadiamo che condividiamo quanto sostenuto dal Greco nella sua riflessione perché l’informazione – al di là di quello che dicono tante “cornacchie”, faccendieri o mediocri – è fondamentale se davvero si vuole dare una svolta al nostro Paese.
Ovviamente, parliamo dell’informazione vera e non legata al potente di turno o al pseudo imprenditore o palazzinaro che, pensa di fare affari, attraverso la messa a disposizione del politico o governante il suo “nuovo” strumento operativo quale può essere l’acquisto di un organo di informazione, magare può approfittare di questo, con qualche artifizio, spesso, anche poco lecito, per incrementare ancora di più il suo patrimonio.
Il dott. Vincenzo Greco chiede, altresì, al futuro rettore:
“… dovrà essere in grado di farsi interprete del mutamento, dovrà avere inoltre ampia capacità di progettazione, dovrà privilegiare il merito,…”.
Una cosa sacrosanta se si pensa che la crisi italiana è legata, quasi, per la totalità alla burocrazia che ha soffocato, spesso, ogni iniziativa positiva favorendo i cosiddetti “papponi” di Stato. Non a caso vivono di politica, in modo diretto o indiretto, circa un milione di persona.
Naturalmente la produttività di questi signori, talvolta è, quasi, uguale a zero., ma sprecano tanto, tanto denaro pubblico anche attraverso la maggiorazione dei costi dei servizi ed altro.
Ebbene l’intervento di Greco ci consente anche di richiamare un progetto che un po’ di tempo fa la “PIAGI”, un’Agenzia di Comunicazione e Formazione, aveva varato per le scuole secondarie, ma lo sforzo è stato ripagato con la non curanza, così pure un’altra iniziativa rilanciata dalla testa “il Sud online” sulla “Questione meridionale” ai Presidenti, Assessori e Consiglieri provinciali e regionali del mezzogiorno.
Il nostro Sud, purtroppo, è anche questo, ma vuoi vedere che il nuovo rettore di Salerno, lanci davvero la pietra nello stagno e fa centro?
E’ questa la speranza di tutti, ma soprattutto la nostra che da tempo stiamo lottando per questo, con scarso risultato comunque non desistiamo solo perché nel corso degli anni la mediocrità che fino adesso è prevalsa, prima o poi sarà superata dai fatti ed anche perché la crisi non risparmierà nessuno.
Per questo la collaborazione tra Università e Territorio (Scuole, Aziende, etc.) potrebbe, per esempio, contribuire allo sviluppo delle attività di pianificazione e di gestione territoriale, a partire dagli Enti locali.
Quale cosa più esaltante può essere la collaborazione tra le azienda e l’università per la consulenza e le soluzioni informatiche per le amministrazioni locali?
Affidare, per esempio, ad un Centro interdipartimentale dell’ateneo salernitano per dar vita alla realizzazione di progetti che hanno come riferimento la Regione, con una durata biennale e finanziati con poche migliaia di euro ciascuno.
L’obiettivo che si potrebbe realizzare in pochissimo tempo è quello di armonizzare le banche dati utilizzate per la pianificazione territoriale in tutta la provincia di Salerno, e favorire, per esempio, l’uso integrato della cartografia catastale nei sistemi informativi degli Enti locali e dell’amministrazione regionale.
Richiamandoci aicriterigeneralisopraesposti,ogni specifico territorio della provinciapuòricercarelapropriadimensionedi”area-sistema” esviluppareunpropriomodellodirelazionetralevarie componentiindividuandotraquestechipuòsvolgereilruolodileaderinmododinamicoe nonstrutturato,indipendentementedallaposizioneformalericoperta(Comunecapofila, ComunitàMontana,UnionediComuni,Consorzi,Aziende,ecc.).
Come pure si può pensare ad un progetto che rientra tra le finalità dell’iniziativa comunitaria che riguarda alcuni aspetti del completamento, per esempio, del Catasto immobiliare dell’intera provincia (pianura, collina, montagna). Il progetto potrebbe avere come riferimento lo studio dei problemi ed individuare le giuste soluzioni relative all’aggiornamento della cartografia catastale mediante procedure matematiche innovative messe a punto dai ricercatori dell’ateneo.
L’Università, in prospettiva, deve proporsi un percorso virtuoso che abbia un’attenzione crescente verso gli aspetti professionalizzanti dei saperi – per quanto riguarda Salerno possiamo aggiungere anche “sapori” – questo deve favorire le varie discipline che messe in risonanza con i saperi della società nel suo insieme e del mondo del lavoro in particolare potremmo davvero dare una svolta.
Quello che, spesso, fino adesso è mancato è stato il giusto catalizzatore. Il punto focale per il futuro sono i giovani, una ricchezza mal governata per questo va promossa una collaborazione di alto livello con le aziende presenti sul territorio (penso alla fertilità dei territori come la Piana del Sele, Agro-nocerino, per prodotti eccellenti come il San Marzano, i carciofi, la mozzarella, ecc., ecc.,) così da accrescere sia le capacità del singolo studente e sia la valorizzazione del territorio stesso.
Questonuovoorientamentopuò trovareuna efficacemanifestazionenella collaborazione permanentetralaPubblicaamministrazioneallargata(Entilocalieloro aziendeesocietà)el’Universitàcomemassimaespressionedelmondodellaricerca,fino adarrivareallacostituzionedivereepropriestrutturearete,ingradodisupportarelo sviluppodiunterritoriodandorispostelocalideltuttoinseritenelpiùampioquadrodelle trasformazioniglobali.
Fare questo significherebbe essere anche in sintonia con l’Unione Europea che da tempo, e più volte, si è occupata del rapporto tra Università, Territorio e Lavoro, esplicitando il ruolo che le università possono svolgere per la crescita dell’Europa e, in particolare, per il perseguimento dell’obiettivo fissato dal Consiglio europeo di Lisbona di fare dell’Europa l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale.
Non a caso la gestione del territorio,un tempo applicazione quasi ragionieristica di una pluralità di modelli statici settoriali, sta sempre più assumendo connotazioni di elevata complessità legata alla spiegazione di avvenimenti estremamente dinamici, alla previsione dei risultati e dalla pianificazione di strategie, rendendo necessaria una conoscenza approfondita di grandi quantità di dati e l’applicazione di metodologie scientifiche, tecniche ed organizzative sempre aggiornate, garantite solo da un’approccio multidisciplinare, da adeguati sistemi informativi e dalla formazione continua del personale.
L’Università che ha maggiore coscienza e conoscenza dei problemi del territorio, nelle loro dimensioni reali, potrebbe, poi, essere in grado di finalizzare con continuità la ricerca;
In questo gli Enti locali, a loro volta, potrebbero avere una conoscenza sistematica e non più episodica della loro realtà ed una visione più corretta dei loro problemi che vengono collocati nella dimensione globale;
Le aziendepubblicheed anche i privati potrebbero entrare a pieno titolo nella rete della ricerca, sperimentando e scambiando tecnologie e modelli operativi e da prendendo sia nuovi spazi di attività che possono, poi, configurare nuovi mercati. Da ciò si potrebbe dar vita ad un monitoraggio dal quale ricavare tutte le possibili modifiche da attuare per sviluppare anche meglio ilsistema produttivo.
Tutto questo lo consentiva già la riforma universitaria, ancor prima del D.M. n. 509/1999 e del successivo D.M. n. 270/2004, che ha istituzionalizzato la Consultazione con le organizzazioni rappresentative a livello locale del mondo della produzione, dei servizi e delle professioni.
Tutto ciò consente all’università ed ai soggetti produttivi e sociali la possibilità di entrare in contatto tra loro mettendo al centro l’ambiente lavorativo per i giovani già prima della conclusione del percorso di studio così agevolerebbe l’inserimento nel mercato del lavoro per molti neolaureati.
In merito non va anche trascurato il fatto che le università sono depositarie di conoscenze e saperi nuovi e, di conseguenza, sono i soggetti più adatti a diffondere innovazione nel sistema produttivo locale e, quindi, dell’intero Paese.
Logicamente non va trascurata la possibilità anche attraverso, attività formative, il coinvolgimento dei lavoratori qualificati delle imprese, del settore pubblico, dei liberi professionisti e delle intelligenze che sono state collocate in pensione, che, a loro volta, potrebbero essere un patrimonio di arte e mestiere di valore immenso.
Questi ultimi potrebbero essere dei formatori a “buon mercato” ed anche maestri di vita che consentirebbero di recuperare cultura, tradizioni e saggezza d’azione, in una società dove, nel corso degli anni, i valori sono diventati un optional.
In questi ultimi anni abbiamo visto che i numeri non sono sufficienti a identificare in maniera univoca un cambiamento sostanziale e nettamente positivo del capitale umano prodotto dalle università e a disposizione del Paese. E’ necessario ancora lavorare molto.
Il ritardo italiano non può essere colmato in pochi anni, inoltre il nuovo sistema universitario necessita di essere migliorato e presenta alcuni problemi (auto-referenzialità delle università, interessi del corpo docente prioritari rispetto a quelli degli studenti, scarso interesse per le esigenze del mondo del lavoro, carenza di azioni di sistema, ecc.) che spesso, forse troppo spesso, vengono evidenziati come causa principale della scarsa innovazione del nostro sistema produttivo e della difficoltà di inserimento dei laureati nel mercato del lavoro.
Un altro errore che si è fatto nel corso degli ultimi anni è astato quello di rimproverare al sistema universitario di essere la causa principale di tutti gli insuccessi legati ai tentativi di modernizzazione e innovazione del sistema produttivo italiano ciò non ha porta da nessuna parte, anzi ci ha fatto rischiare di non consentire l’individuazione di azioni efficaci e comuni per risolvere i problemi riscontrabili quotidianamente. Migliorare il sistema universitario italiano certamente può essere utile, ma da solo non porterà alla soluzione dei problemi relativi alla presenza di un sistema produttivo che non riesce adeguatamente ad innovarsi e ad investire nei settori portanti dell’economia. In tutto questo non parliamo, poi, della burocrazia che per le aziende è un costo insopportabile sia sul piano economico che temporale.
E’,quindi, utile osservare attentamente il territorio e di fenomeni che vi si svolgono, ricavare ed elaborare grandi quantità di dati con appropriate metodiche scientifiche, disporre di idone etecniche applicative e porre in essere soluzioni organizzative costantemente aggiornate; tutto ciò può esseregarantito solo da un approccio multidisciplinare, da adeguati sistemi informativi e dalla formazione continua del personale.
In questo il richiamo del dott. Vincenzo Greco è giusto perché ciò non può prescindere da un’adeguato livello di informazione e di partecipazione alla definizione di obiettivi condivisi e da un sistema di controllo della efficacia ed efficienza delle azioni e del riscontro della qualità che si può, poi, percepire dal territorio.
Questo potrebbe dare un diverso approccio culturale dando vita a “presidi locali” che possono mutuare la promozione di politiche e di atteggiamenti proattivi da parte di tutti i soggetti sociali e portatori di interessi, aiutando, così, la diffusione della consapevolezza dei problemi, la condivisione delle responsabilità e la ricerca attiva delle soluzioni innovative.
Ovviamente in tutto questo l’università potrebbero, quindi, contribuire alla realizzazione di modelli di relazioni multidisciplinari, di creazione di un legame stabile con il sistema imprenditoriale e di divulgazione della cultura scientifica e tecnologica in modo da corrisponderepiù adeguatamente alle esigenze poste dalla globalizzazione deimercati, a favorire lo scambio di conoscenze,metodologie e d’esperienze nella gestione dello sviluppo economico basato sul sapere, sulle tecnologie e sui servizia vanzati.
Come dicevamo all’inizio abbiamo colto questa occasione per aprire con i candidati prima, ed il neo rettore, poi, un confronto indispensabile per territorio salernitano.
E’ chiaro che ogni docente per la sua sensibilità potrebbe essere indotto a dire la propria ciò sarebbe davvero una bella cosa. Se questo accadesse si potrebbe pensare anche a creare sul sito de “il Sud online” una specifica sezione, come abbiamo fatto con la “Questione meridionale”.
Rispetto a quest’ultima l’eventuale “sezione Università e Territorio ” che potrebbe avere anche miglio fortuna rispetto all’altra sezione, proprio perché i protagonisti e la classe dirigente interessata dovrebbe essere più sensibile, più preparata e ben predisposta al sociale, allo sviluppo ed all’occupazione dei giovani.
In tutto questo va molto apprezzato il lavoro del sito http://www.controcampus.it/ che con le sue iniziative consente agli addetti ai lavori di parlarsi tra loro, ma anche di aprire l’Università all’esterno. Siamo, quindi, in attesa di contributi. ( Pdf - Riflessione _Elezioni Rettore Università e Territorio )
Allegato 1_Greco_A proposito del nuovo rettore;
Allegato 2_ candidati università_Controcompus.it;
A Casal Velino il Volley che conta, Camp 2013 dal 16 – 22 giugno
giugno 20, 2013 by Nicola Nigro
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Volley camp 2013
Maurizia Cacciatori
a Casalvelino (Sa)
Campionessa nella pallavolo, premiata miglior palleggiatrice del mondo, donna immagine, madre, Maurizia Cacciatori non perde mai il suo stile di vera sportiva, pronta ad affiancare i giovani per permettere loro di crescere e migliorare.
Ecco cosa dice Maurizia alle giovani atlete del camp:
Nel mondo della pallavolo bisogna essere forti e determinate, quando sono andata via di casa a 14 anni ero ancora una ragazzina, avevo sogni, desideri, con il tempo sono diventata una donna forte e con equilibrio e passione, conciliando studio e sport ho realizzato i miei sogni.
Teatro delle operazioni della Cacciatori, quest’anno è Casal Velino, meta turistica ormai rinomata per le bellezze paesaggistiche e culturali che affascinano i numerosi visitatori durante il periodo Estivo.
Ad affiancare la Cacciatori nel ruolo di tecnico è il giovane Mariano Ciarletta ( Classe Indomita Salerno) che prontamente cura l’aspetto organizzativo del camp, allenando le giovani ricevitrici – schiacciatrici presenti nel gruppo e apprendendo i trucchi di gioco dalla grande Maurizia.
Ecco come è stata definita la Cacciatori da Mariano in un’intervista rilasciata ad un blog pubblico:
” Mi ha stretto la mano come se fosse una giocatrice come altre, un sorriso davvero affabile e un’ ottima presenza, l’ ho stimata da subito proprio perché è una persona molto umile nonostante i numerosi titoli e trofei da lei vinti, il suo palleggio è semplicemente fenomenale , non credo mai di averne visto uno simile nei campionati che ogni anno sostengo, per me è stato davvero emozionante allenarmi e allenare le ragazze con una persona così grande”
Fondamentale è il lavoro dell’ arbitro internazionale Pasquale Troia, che con cura e dedizione sta mettendo insieme i cocci che renderanno questa settimana davvero speciale, all’ insegna non solo del duro lavoro e degli allenamenti necessari, ma anche del sano divertimento e dello svago che ai giovani del camp non verrà negato. Il supporto di un personaggio come Troia, che nel mondo della pallavolo è considerato uno dei migliori arbitri, darà una svolta decisiva al progetto rendendo la spiaggia di Casal Velino, luogo di sana competizione sportiva.
- Allegato_Maurizia Cacciatori a Casalvelino
L’arbitrato in soccorso della Giustizia “malata”
giugno 8, 2013 by Nicola Nigro
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NUOVE REGOLE DI ARBITRATO EMANATE DALLA CAMERA
DI COMMERCIO INTERNAZIONALE
A partire dal primo Gennaio 2012, è entrata in vigore la versione aggiornata del regolamento arbitrale ICC. Il presente articolo si propone di commentare gli aggiornamenti più significativi.
SCELTA E NOMINA DEGLI ARBITRI
Da questo punto di vista, non vi sono particolari novità; analogamente a quanto previsto dalla versione precedente, il Regolamento stabilisce che, nel caso in cui le parti non siano d’accordo sul numero di arbitri, la Corte di Arbitrato decida per la nomina di un arbitro unico, a condizione che la materia del contendere non richieda un Tribunale composto da tre arbitri. Nell’esercitare il suo potere discrezionale, la Corte tende a decidere per la presenza di tre arbitri con riferimento alle controversie maggiormente impegnative; e per la presenza di un arbitro unico quando l’ammontare della controversia è più contenuto. Comunque, nell’eventualità che una delle parti dovesse insistere per la nomina di un Collegio Arbitrale di tre membri, la Corte ha la facoltà di accettare detta richiesta pur essendo la controversia di modesto ammontare. In presenza di tre membri, ciascuna delle parti nominerà un Arbitro di Parte la cui nomina dovrà essere confermata dalla Corte. Per quanto riguarda la nomina del Presidente del Collegio, il regolamento stabilisce che esso venga nominato della Corte, a meno ché le parti non siano d’accordo ad applicare una procedura diversa; in questo caso la Corte è tenuta ad intervenire solo nel caso in cui le parti medesime non abbiano provveduto alla nomina entro un termine di trenta giorni. Pertanto, anche nel caso in cui la clausola compromissoria non stabilisca esplicitamente che il Presidente del Collegio sia nominato dalle parti o dagli altri due arbitri, le parti possono comunque richiedere alla Corte di adottare tale procedura.
( Segue _ Allegato_1_articolo arbitrato (2).pdf )