Per le Autonomie locale, Amato Lamberti era un grosso punto di riferimento

luglio 2, 2012 by  
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Nino Daniele, presidente della Federazione delle Autonomie locali Anci-Legautonomie-Aiccre-Uncem-Upi e dell’Anpi, ed il suo direttore Nicola Nigro si associano al dolore che ha colpito la famiglia Lamberti per la scomparsa  di Amato Lamberti.
 

Daniele: in merito ha detto: “ Con Amato Lamberti il mondo delle Autonomie locali, del movimento dei verdi e della società civile ed anti camorra perdono un pezzo pregiato per la lotta alla legalità con Lamberti, già presidente dell’Aiccre, le autonomie, perde non  solo un loro  grande sostenitore, ma  anche un analista oculato degli Enti locali (vedi allegato 2) per fare sviluppo ed accrescere la solidarietà, la vivibilità ed il benessere per il cittadino”.
Nigro: “Aver conosciuto e lavorato con Amato Lamberti, che tanto ha contribuito alla nascita ed al sostegno della rivista delle Autonomie locali della Campania è stato non solo un grande onore, ma una scuola di vita di come con poche risorse si può realizzare un grande prodotto editoriale. Spesso, mi diceva: ‘a  Nico” dove vado, vado in tutta Italia trovo ‘l’informatore” e ti dirò mi inorgoglisce che dal nostro Sud, con pochi spiccioli e tanti sacrifici abbiamo realizzato un buon prodotto. Queste e tante altre cose mi legavano ad Amato Lamberti. Non dimenticherò mai la sua correttezza e lo spirito critico, sempre costruttivo, sulle cose realizzate e da realizzare. Peccato che oggi, chi ricoprono il suo stesso scanno alla Provincia, non ha lo stesso spirito costruttivo ed istituzionale, insomma, così come comunemente viene detto si è passato dalle stelle alla stalla. Non solo manca  lo spirito culturale ed istituzionale, ma anche le giuste idee per stimolare lo sviluppo e l’orgoglio meridionalistico. A proposito de  “l’informatore” delle Autonomie locali di cui era, quindi, forte sostenitore diceva al  sottoscritto: a prescindere dal tuo merito e spirito di sacrificio, ma insieme ad Alfonso Andria (allora presidente della provincia di Salerno) abbiamo avuto una buona idea a dar vita a questa riviste, ormai punto di riferimento del mondo autonomistico; abbiamo fatto una delle cose buone e concreta per il nostro Sud”.
Amato Lamberti credeva nella capacità delle autonomie a contribuire a risollevare il Paese dalla crisi economica, era una persona  legato alle sue radici storiche e culturali di grande ambientalista.
Amato Lamberti era stimato e ben voluto da tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo. Era un uomo di altri tempi con capacità di ascoltare tutti, ma soprattutto i più deboli. Con Amato Lamberti il mondo ambientalistico, dell’anti camorra e delle Autonomie locale perdono un sostenitore instancabile e pieno di entusiasmo soprattutto verso coloro che amavano la natura.
L’Allegato 1, raccoglie un po’ di interventi fatti da coloro che lo hanno conosciuto e degli organi di informazione con cui ha collaborato.

Allegato 1_giornali e link_ricordi

Allegato 2_Bollettino_ Prov.Na_l’informatore

 

I Segretari comunali e provinciali e la “nuova riforma”, che succederà?

aprile 24, 2012 by  
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Per l’Unscp, inizia un nuovo percorso!

La direzione de “l’informatore” delle Autonomie locali, ritiene utile pubblicare alcuni documenti dell’Unscp, inviati da Angelo Grasso, che sta dimostrando un grande attivismo, un modo come un altro per avviare una collaborazione diretta proprio attraverso “l’informatore” delle Autonomie locale online.
Qui di seguito brevemente richiamo la storia che ci unisce.
La rivista “l’informatore” delle Autonomie locali con la nomina di Nino Saija  a direttore della Sspal e l’elezione di Liberio Iudicello a suo successore  al vertice del sindacato, grazie a Alfonso De Stefano,  inizio una proficua collaborazione con il mondo dei Segretari comunali e provinciali. Cosa che è proseguita fino a quando il direttore è stato la coppia Piraino-De Stefano  dopo non si è capito più niente.

Il risultato è stato che oggi, giuridicamente ed organizzativamente negli Enti locali, i segretari non sono né carne e né pesce, non è forse così? Una figura emblematica ed importante per avere una burocrazia ben organizzata deve subire le angherie di questo o quel Sindaco, spesso, un perfetto “servitore” di personaggi che finiscono in galera.
Il dibattito di questi anni, soprattutto con De Stefano, era quello di rimediare ai guasti provocati dalla legge Bassanini che non solo ha buttato all’ortiche la professionalità dei Segretari, ma anche ha creato delle vere e proprie sacche negli Enti locali. Si sono inventati i cosiddetti  consulenti   figure professionali esterne a cui ricorrono gli amministratori pubblici.
Qualcuno, sostenitore che della Bassanini,  sia stato tradito lo spirito della legge e, quindi, ci sono stati degli abusi. L’intento era quello di sopperire ad alcune carenze organiche della pubblica amministrazione per certe qualifiche non presenti negli organici degli enti locali. Via via negli anni si è consolidato l’aspetto più clientelare che di effettivo bisogno dell’amministrazione.
Basti andare sul sito del ministero della FP ed osservare che le somme liquidate per alcuni progetti di ricerche o per studi legali o ancora per mere consulenze tecniche di cui non si sa nulla e quale beneficio abbia tratto la pubblica amministrazione pagandole a livello stratosfericamente. Il quadro che ne esce fuori è desolante.
Eppure tutto ciò veniva egregiamente  fatto dal Segretario comunale provinciale, prima della cosiddetta legge Bassanini.
Conclusione  i politici, compresi i dirigenti che ne hanno condiviso per anni le scelte invece di guardare agli interessi della cosa pubblica, ne escono con le ossa a pezzi. Come ha rilevato bene il Pm, Nello Rossi, della procura della Repubblica di Roma, qualche giorno fa in una conferenza stampa sul tema della corruzione e corrotti nella PA, “I dirigenti pubblici corrotti devono andare via per sempre dagli uffici”, non potrebbe essere davvero questa la soluzione giusta a tutti i problemi di corruzione?
Alla luce di quanto innanzi salutiamo il nuovo gruppo dirigente attraverso il presidente dell’Unione , Tommaso STUFANO,   il segretario nazionale , Alfredo RICCIARDI ed il vicesegretario vicario, Maurizio MOSCARA e proponiamo di riprendere la collaborazione, visto che adesso “l’informatore” delle Autonomie locali è anche online.
Inoltre a coloro, del gruppo dirigente che nel passato si sono occupati dei progetti innanzi richiamati ed abbiamo lavorato insieme, come Alfonso De Stefano,  Valeria Rubino, Andrea Ciccone, Luigi De Cristofaro, Roberto Caruso di dare una mano a riprendere il cammino interrotto con nuove idee e nuove strategie per evitare di arenarsi e vanificare le buone idee, come è successo, qualche volta, nel passato.

All. 1_ ORGANIGRAMMA03-2012

All. 2_ NuovoOrganigramma020312

All. 3_ Comunicato UNSCP su ipotesi di modifica del ruolo del Segretario per ddl anticorruzione

All. 4_ Delega2012

All. 5_ Lettera al Ministro della Giustizia di Nicola Brescia sul Decreto Anticorruzione

All. 6_ Lettera di Fabio Marra su ruolo e dignità professionale dei Segretari

All. 7_ UnscpSegretari2009

All. 8_ Documento Unscp Lazio Temi riforma Segretario comunale

 

Gennaio / Febbraio / Marzo 2012

marzo 23, 2012 by  
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La sfida parte dal territorio

In questa fase di recessione del nostro Paese e nella necessità concreta di fare qualcosa per dare delle risposte la Regione, l’Assessorato agli Enti locali e la Federazione delle Autonomie
locali ( Anci-Legautonomie- Aiccre-Uncem-Upi-l’informatore della Campania) hanno promosso il Seminario per il prossimo 26 marzo 2012.
I lavori si articolanno nel seguente modo:
LUNEdì 26 MARZO – PRESSO L’AUdITORIUM dELL’ISOLA
C3, CENTRO dIREZIONALE dI NAPOLI
• Partecipano ai lavori:
- Stefano Caldoro, presidente Giunta regionale;
- Pasquale Sommese, assessore regionale alle Risorse
umane e agli Enti Locali
- Paolo Romano, presidente Consiglio regionale;
- Nino daniele, Federazione delle autonomie Locali
1° sessione (mattina)
LE DOMANDE DI INNOVAZIONE
La sessione è dedicata a una puntuale ricognizione sui bisogni
di cambiamento
del sistema pubblico regionale per sostenere
le sfide del presente e del futuro
Sono in programma relazioni di dirigenti regionali ed
esperti sul tema in discussione
2° sessione (mattina)
LE PRIME RISPOSTE
La sessione sarà introdotta dall’Assessore Pasquale
Sommese con una panoramica sull’azione riformatrice
promossa dalla Giunta regionale.
Seguiranno gli interventi degli assessori regionali che illustreranno
nel dettaglio proposte di legge e programmi attinenti
al tema del seminario
3° sessione (pomeriggio)
LE NUOVE SFIDE
Introdotta da brevi relazioni, la sessione è interamente dedicata
alla ricerca di “possibili soluzioni” per confutare i
punti di crisi in fattori strategici di successo.
Sono programmati interventi dei componenti della Conferenza
Regione-Autonomie locali
e del Tavolo di partenariato regionale
come viene riportato nella presentazione, In tale occasione, è stato aperto un dibattito sul quotidiano “il Denaro”. Il confronto, curato dal caporedattore Enzo Agliardi si è rivelato
molto proficuo, per cui si è deciso di dar vita ad un numero speciale de “ l’nformatore ” delle Autonomie locali, riportando l’intero dibattito, con l’aggiunta di altri autorevoli contributi. Partiamo proprio con la pubblicazione dell’intervista dell’Assessore regionale agli Enti locali.
Questo numero speciale de “l’informatore” delle Autonomie locali (organo ufficiale della Federazione), come viene scritto nella presentazione dell’intervista dell’Assessore Sommese, rappresenta una vera e propria “rivoluzione” consiste nel lasciarsi tutto alle spalle, soprattutto i ritardi, e puntare alla modernità ed all’efficienza strutturale degli Enti interessati e coinvolti.
Ma soprattutto significa anche che avere intrapreso un cammino effettivamente nuovo e cioè due soggetti indispensabili per valorizzare il territorio: la Regione, attraverso l’Assessore Sommese, e le Associazioni autonomistiche Anci – Legautonomie – Aiccre – Uncem – Upi, attraverso la loro Federazione presieduta da Nino Daniele.

l’informatore speciale ultimo 23.3.12

 

 

La Federazione delle Autonomia locali ricorda l’impegno di Franco Picardi

febbraio 15, 2012 by  
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Le Autonomie locali della Campania in lutto per scomparsa di Franco Picardi

Il presidente della Federazione delle Autonomie locali Anci-Legautonomie-Aiccre-Uncem-Upi e dell’Anpi, Nino Daniele ed il suo direttore Nicola Nigro si associano al dolore che ha colpito la famiglia Picardi per la scomparsa  di Franco Picardi.
Il presidente Daniele in merito ha detto: “ Il mondo delle Autonomie locali con Picardi perde un suo grande sostenitore perché ha sempre creduto nel ruolo fondamentale degli Enti locali per fare sviluppo ed accrescere la solidarietà, la vivibilità ed il benessere per il cittadino”.
Mentre il direttore della Federazione Nigro ha evidenziato: “Per me in questi ultimi anni Franco Picardi ha rappresentato un punti di riferimento reale e concreto. Non troppo tempo fa non passava settimana che non mi chiamava per commentare questo o quell’articolo della rivista “l’informatore” delle Autonomie locali di cui era forte sostenitore e la definiva una delle cose buone e concreta del nostro Sud”.
Picardi era un autonomista convinto, legato alle sue radici storiche e culturali di grande socialista. Spesso diceva “Io ho militato nella socialdemocrazia, ma potevo tranquillamente militare nel Partito Socialista, solo che mi danno molto fastidio i “traslochi” degli altri,  figurati se lo avessi fatto io….Franco Picardi diceva altresì: “la Politica è una cosa seria e non un “gioco” per pochi…..”
La sua lungimiranza politica e la sua capacità di mediazione consenti alle forze politiche di ragionare e di non far tracollare una città come Napoli, per questo accetto, con spirito di sacrificio ed onore, di fare il Sindaco a tempo determinato.  Franco Picardi era stimato e ben voluto da tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo. Era un uomo di altri tempi con capacità di ascoltare tutti, ma soprattutto i più deboli. Con Picardi il mondo delle Autonomie locale perde un sostenitore instancabile e pieno di entusiasmo soprattutto verso la neo Federazione.
Alegato 1-Nota-Picardi

Allegato 2 -Picardi-il Sud -febbr. 2011

Crisi dello Stato sociale, giustizia e sostenibilità

settembre 17, 2011 by  
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       vedi: l’nformatore -pag. 5-6- Cordini

Lo Stato sociale,giustizia e sostenibilità di Giovanni Cordini

settembre 8, 2011 by  
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grande-fisco-stato_sociale1

Crisi dello Stato sociale, giustizia e sostenibilità
Giovanni Cordini
Professore Ordinario di Diritto Pubblico Comparato e di Diritto dell’Ambiente
nell’Università degli Studi di Pavia

 

 

 

1. “Spennacchiati:leva una penna al giornoe togliil benessere di torno”. Uno slogan “elettorale” che ho casualmente letto su di un cartellone stradale mi ha colpito perché riassume una preoccupazione che attraversa l’Occidente in questi ultimi anni: la crisi dello Stato sociale che rischia di compromettere tanto i nuovi quanto i più tradizionali diritti e di mettere in forse condizioni di vita che contraddistinguono la gran parte dei Paesi di democrazia liberale. La crisi, inoltre, minaccia ancora più gravemente le aree deboli del Pianeta, allargando il solco tra ricchi e poveri. La dilagante protesta di massa alimentata anche dall’utilizzo delle “nuove tecnologie” ha provocato la caduta dei regimi illiberali in molti Paesi arabi. Algeria, Barhain, Egitto, Libia, Siria, Tunisia, Yemen sono Paesi in cui l’establishment consolidato dalle dittature, variamente mascherate, che hanno dominato per molto tempo è crollato miseramente in pochi giorni per l’intensità del moto di popolo che si è allargato a macchia d’olio su di un intero Continente. Dopo il crollo dei regimi comunisti oltre vent’anni orsono è ora la volta di un’altra area cruciale per le dinamiche della politica internazionale. Condizioni storiche e realtà sociale s’incrociano e fanno emergere quei fattori (coesione delle opposizioni, ribellione dei giovani, aggregazione delle masse, resistenza ad oltranza, incertezza dei regimi e scomposte reazioni) sui quali si sviluppa lo tsunami che spazza via i dittatori di un tempo. Qui la crisi sociale fa emergere l’incolmabile divario tra le istanze popolari e le capacità riformatrici delle classi dirigenti mettendo in crisi regimi che, in apparenza, risultavano solidi ma che avevano trascurato i “nuovi diritti” e calpestato quelli tradizionali in tema di libertà ed eguale distribuzione delle risorse.

2. Quando si parla di “sociale” in relazione al dirittonon s’intendono solol’assistenza e la previdenza ma anche la salute, l’ambiente, la cultura e la ricerca e le applicazioni che ne derivano, come quelle bene riassunte, soprattutto nell’esperienza anglosassone, mediante il concetto di “privacy” reinterpretato e condizionata dalle nuove tecnologie dell’informazione. Trattando di questi temi, pertanto, si mettono in gioco valori e principi costitutivi degli ordinamenti giuridici contemporanei. Questi diritti (si pensi proprio alla salute, all’ambiente, alla cultura, alle nuove tecnologie), nel nostro Paese, hanno suscitato un vasto dibattito soprattutto a far tempo dall’approvazione della Costituzione anche se alcuni presupposti derivano dall’origine storica dello Stato unitario e dall’impronta sociale che lo Stato ha assunto a partire dalla fine del secolo XIX° . In tale contesto il pensiero va alle radici cristiane dell’Occidente e al ruolo che il cristianesimo assegna alla persona, riassunto, ad esempio, nelle espressioni dignità umana, solidarietà. eguaglianza e parità dei diritti, qualità della vita umana, configurazioni che si trovano in numerosi testi costituzionali. Nonostante la secolarizzazione delle società liberali la presenza di questi fondamenti storici resta importante sia per ritrovare una linea comune di pensiero che risulta preziosa di fronte al caotico svolgersi dei fatti, sia per mettere l’uomo al centro della riflessione giuridica, posto che senza la persona il diritto è privo di consistenza e di ruolo. In una seconda fase riesce decisiva l’azione posta in essere dai movimenti e dalle organizzazioni sociali sorti sulla base degli orientamenti di pensiero che confluirono nelle correnti del socialismo, del cattolicesimo e del liberalismo, indirizzi tutti presenti e variamente rappresentati nel corso del dibattito costituente e della fase di elaborazione dei principi costituzionali positivi emersi da quel confronto. I limiti e le insufficienze palesate da un tale moto sociale e dalle correlate scelte di politica costituzionale sono stati messi in luce da accurate analisi. Nonostante le tante riserve quella trasformazione ha trovato nella Costituzione una razionalizzazione che, se pure con taluni limiti e molte incongruenze, non ha potuto essere superata né privata di legittimazione negli svolgimenti successivi della vita nazionale.

3. L’integrazione dell’Europa e l’adesione del nostro Paese, tra i primi, a quel processo ha trovato basi solide solo quandol’economia e i diritti sociali sono stati posti a confronto e si è cercata una sintesi delle politiche comunitarie essenziali per contenere e indirizzare le dinamiche sociali, come l’agricoltura, l’iniziativa economica, la concorrenza con una dimensione del diritto che ha scomposto la figura unitaria del cittadino in quelle del produttore, dell’amministratore, del consumatore, del ricercatore ecc. La base economica dell’Europa, senza dare consistenza al nesso con il sociale riuscirebbe non solo povera e debole ma anche incapace di comporre i dissidi in quanto priva di valore. Le protezioni e le garanzie sociali che l’Unione Europea ha consolidato nel corso del tempo sono essenziali. Si può discutere dei livelli e dei limiti, delle compatibilità economiche, dei vincoli di convergenza e dell’effettiva consistenza di ciascun diritto ma un reale indebolimento segnalerebbe una debolezza della compagine europea difficilmente sanabile. L’arretramento aprirebbe fratture gravi per cui l’Unione stessa potrebbe essere destinata a scomporsi, perdendo, in breve tempo, quel necessario e già affievolito afflato solidale che la unisce. Per tale ragione sembra opportuno sottolineare che nei testi fondamentali dell’Unione Europea e del Consiglio d’Europa, le due configurazioni istituzionali del Vecchio Continente, (trattati, carte dei diritti, dichiarazioni costitutive, atti d’indirizzo) il benessere dei popoli viene configurato nei termini della sostenibilità e della qualità della vita, cioè in relazione a valori e condizioni di esistenza che meritano di essere posti al centro della riflessione, soprattutto nei periodi di decadenza e di offuscamento del fondamentale e naturale principio di giustizia che deve indirizzare al bene comune l’opera di coloro che sono chiamati all’esercizio dei pubblici poteri.