Il cibo è vita, ma qualche volta è anche morte

marzo 13, 2013 by  
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Alimentazione: rappresentazione e ritualità.

di Tiziana Mazzaglia

 

Nelle rappresentazioni artistiche possiamo osservare l’unicità del mangiare e del bere, vissuta come elemento indispensabile dei giorni di festa, in quanto strettamente connessa al diffondersi di allegria tra la folla. Il mangiare e la tristezza, infatti, sono incompatibili: «Il banchetto celebra sempre la vittoria, e questo è un tratto caratteristico della sua natura. Il trionfo del banchetto è universale: è il trionfo della vita sulla morte. In questo caso è equivalente del concepimento e della nascita. Il corpo vittorioso assorbe il mondo vinto e si rinnova». Non vi è nessun messaggio collegato al nutrimento e all’assimilazione del cibo, come fonte di energia e vitamine utili al fabbisogno giornaliero umano. Le scene proposte dall’arte non riproducono episodi di vita quotidiana, e questo ci lascia intuire come fosse squilibrata l’alimentazione di quei tempi.
I cibi che vediamo rappresentati in affreschi e quadri riportano scene conviviali a cui partecipano o nobili o il popolo, mai insieme. Il mangiare insieme, infatti, è simbolo del condividere uno stile di vita, del far parte dello stesso rango o classe sociale, inteso, quindi, come un atto strettamente familiare. Ad esempio citando il lontano oriente, nell’antica India invasa dal popolo degli Ariani, si ha testimonianza che era severamente vietato consumare pasti con appartenenti a caste diverse. Il consumare cibo è stato sempre strettamente collegato ad occasioni di festa inerenti al ciclo della vita sociale, politica e religiosa.( Segue: Allegato_1_alimentazione st antica).

Allegato_1_alimentazione st antica

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