In un mondo di “Obesi” si parla anche di Alimentazione, Salute ed Ambiente

settembre 27, 2011 by  
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La Fondazione “Studi e Ricerche su Alimentazione e Salute” propone:

Il convegno presso il Monastero Cistercense di Martano (Lecce) promosso dall’Associazione Internazionale “per il Sostegno e la Valorizzazione delle Attività Cistercensi nel Mondo”, in collaborazione con la Fondazione “Studi e Ricerche su Alimentazione e Salute” sotto l’egida della Congregazione Cistercense di Casamari prosegue le iniziative per divulgare la conoscenza e per la promozione delle antiche produzioni agroalimentari, erboristiche e farmacologiche dei Monasteri, nell’ambito di un progetto culturale di ampio respiro che ha preso avvio il 26 novembre 2010 alla Certosa di Firenze
con il I convegno nazionale sul tema “Alimenti e Salute – dai Monasteri alla Nuova Agricoltura, Passato e Presente nella Sostenibilità Ambientale”. Il convegno affronterà tre tematiche attorno alle quali articolare il dibattito scientifico:
a) il rapporto tra qualità delle produzioni alimentari, OGM, rischio, sicurezza e tutela del consumatore;
b) le questioni proposte dalle interdipendenze tra alimentazione e salute e i connessi aspetti giuridici in tema di danno e di responsabilità sanitaria;
c) le linee di tendenza dello sviluppo rurale e i nuovi orientamenti della politica agricola europea, con particolare riferimento al Mezzogiorno e nella prospettiva della sostenibilità ambientale. Alimentazione, Salute e Ambiente
COMITATO DI PRESIDENZA PRESIDENTE:
Padre Abate Dom Silvestro Buttarazzi
COMPONENTI: Alberto Capatti, Giovanni Cordini, Antonio Procaccini, Vincenzo Vecchio, Franco Vimercati
ISTITUTI PROMOTORI: Associazione “Club Giuristi dell’Ambiente” Associazione Microbiologi Clinici Italiani AMCLI
Centro Interdipartimentale di Ricerca per la Valorizzazione degli Alimenti dell’Università di Firenze Centro Interdipartimentale…. (segue al punto 2 – programma convegno)

1-invito-convegno

2-Programma Convegno

LA PA CHE SI VEDE, il Premio per le pubbliche amministrazioni che fanno video

settembre 22, 2011 by  
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Pagine 5 e 6 de “l’informatore” Pagz29-Formez

E’ on line il bando della nuova edizione del Concorso Nazionale “LA PA CHE SI VEDE – la tv che parla con te”, indetto dal Ministero per la PA e l’Innovazione e promosso dall’Ordine Nazionale dei Giornalisti e da Formez PA. Le amministrazioni interessate potranno compilare la scheda di preiscrizione entro il prossimo 14 ottobre. I video candidati dovranno essere inviati entro il 28 ottobre.
Il concorso è rivolto a tutte le pubbliche amministrazioni che realizzano produzioni audiovisive e che mettono a disposizione dei cittadini applicazioni interattive disponibili su diversi canali (televisione digitale – satellitare, terrestre o via cavo-, web e rete di telefonia mobile).
I partecipanti possono concorrere, con prodotti diversi, in tutte le categorie del premio:

1) Notiziario istituzionale (video incentrati su informazioni di taglio giornalistico e di cronaca sulle attività dell’ente, con riferimento alla pubblica utilità: tg quotidiani o periodici, inchieste, rubriche, interviste, ecc…)

2) Video promozionale sulle attività dell’Ente (video in forma di spot breve che presentino efficacemente all’utenza i servizi dell’Ente nel suo complesso o dei singoli settori)

3) Canali tematici (trasmissioni ad hoc su settori e temi specifici di interesse pubblico quali ad es. salute, lavoro, immigrazione, innovazione, pari opportunità, ecc…)

4) Servizi interattivi delle PA che si vedono (applicazioni su televisione digitale – satellitare, terrestre o via cavo-, web e rete di telefonia mobile, che utilizzino in modo innovativo le sperimentazioni sull’interattività)
5) Servizi turistici (video in cui si valorizzino i servizi turistici offerti, le manifestazioni culturali e più in generale tutte le iniziative di attrazione turistica, ecc…)
La Giuria è presieduta dal Prof. Giovanni Puglisi, Rettore della Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM di Milano, e composta dal Dott. Sergio Talamo, Dirigente dell’Ufficio Comunicazione ed Editoria di Formez PA, dalla Dott.ssa Laura Menicucci, Dirigente del Servizio per il coordinamento e i rapporti istituzionali – Dipartimento della Funzione Pubblica, dal Dott. Enrico Paissan, Vicepresidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, dal Dott. Vittorino Ferla, Responsabile rapporti con i Media dell’associazione Cittadinanzattiva, dal Dott. Biagio Costa, Direttore del servizio Sviluppo del turismo nazionale – Ministero per lo sviluppo e la competitività del turismo.

A partire da quest’anno le amministrazioni potranno scegliere di candidare i video utilizzando una procedura telematica che prevede l’invio del filmato tramite FTP (http://www.premiolapachesivede.it/) e l’inoltro della documentazione richiesta dal Regolamento all’indirizzo di posta elettronica certificata protocollo@pec.formez.it.

La cerimonia di premiazione si svolgerà presso la sede del Ministero per la PA e l’Innovazione, alla presenza del Ministro Renato Brunetta
Per ulteriori informazioni è possibile visitare la sezione dedicata sul sito www.formez.it, scrivere a lapachesivede@formez.it oppure contattare la Segreteria Organizzativa del Premio: Arianna Di Tullio 06.84892618, Tiziana Ruggio 06.84892608
 

Crisi dello Stato sociale, giustizia e sostenibilità

settembre 17, 2011 by  
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       vedi: l’nformatore -pag. 5-6- Cordini

Lo Stato sociale,giustizia e sostenibilità di Giovanni Cordini

settembre 8, 2011 by  
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Crisi dello Stato sociale, giustizia e sostenibilità
Giovanni Cordini
Professore Ordinario di Diritto Pubblico Comparato e di Diritto dell’Ambiente
nell’Università degli Studi di Pavia

 

 

 

1. “Spennacchiati:leva una penna al giornoe togliil benessere di torno”. Uno slogan “elettorale” che ho casualmente letto su di un cartellone stradale mi ha colpito perché riassume una preoccupazione che attraversa l’Occidente in questi ultimi anni: la crisi dello Stato sociale che rischia di compromettere tanto i nuovi quanto i più tradizionali diritti e di mettere in forse condizioni di vita che contraddistinguono la gran parte dei Paesi di democrazia liberale. La crisi, inoltre, minaccia ancora più gravemente le aree deboli del Pianeta, allargando il solco tra ricchi e poveri. La dilagante protesta di massa alimentata anche dall’utilizzo delle “nuove tecnologie” ha provocato la caduta dei regimi illiberali in molti Paesi arabi. Algeria, Barhain, Egitto, Libia, Siria, Tunisia, Yemen sono Paesi in cui l’establishment consolidato dalle dittature, variamente mascherate, che hanno dominato per molto tempo è crollato miseramente in pochi giorni per l’intensità del moto di popolo che si è allargato a macchia d’olio su di un intero Continente. Dopo il crollo dei regimi comunisti oltre vent’anni orsono è ora la volta di un’altra area cruciale per le dinamiche della politica internazionale. Condizioni storiche e realtà sociale s’incrociano e fanno emergere quei fattori (coesione delle opposizioni, ribellione dei giovani, aggregazione delle masse, resistenza ad oltranza, incertezza dei regimi e scomposte reazioni) sui quali si sviluppa lo tsunami che spazza via i dittatori di un tempo. Qui la crisi sociale fa emergere l’incolmabile divario tra le istanze popolari e le capacità riformatrici delle classi dirigenti mettendo in crisi regimi che, in apparenza, risultavano solidi ma che avevano trascurato i “nuovi diritti” e calpestato quelli tradizionali in tema di libertà ed eguale distribuzione delle risorse.

2. Quando si parla di “sociale” in relazione al dirittonon s’intendono solol’assistenza e la previdenza ma anche la salute, l’ambiente, la cultura e la ricerca e le applicazioni che ne derivano, come quelle bene riassunte, soprattutto nell’esperienza anglosassone, mediante il concetto di “privacy” reinterpretato e condizionata dalle nuove tecnologie dell’informazione. Trattando di questi temi, pertanto, si mettono in gioco valori e principi costitutivi degli ordinamenti giuridici contemporanei. Questi diritti (si pensi proprio alla salute, all’ambiente, alla cultura, alle nuove tecnologie), nel nostro Paese, hanno suscitato un vasto dibattito soprattutto a far tempo dall’approvazione della Costituzione anche se alcuni presupposti derivano dall’origine storica dello Stato unitario e dall’impronta sociale che lo Stato ha assunto a partire dalla fine del secolo XIX° . In tale contesto il pensiero va alle radici cristiane dell’Occidente e al ruolo che il cristianesimo assegna alla persona, riassunto, ad esempio, nelle espressioni dignità umana, solidarietà. eguaglianza e parità dei diritti, qualità della vita umana, configurazioni che si trovano in numerosi testi costituzionali. Nonostante la secolarizzazione delle società liberali la presenza di questi fondamenti storici resta importante sia per ritrovare una linea comune di pensiero che risulta preziosa di fronte al caotico svolgersi dei fatti, sia per mettere l’uomo al centro della riflessione giuridica, posto che senza la persona il diritto è privo di consistenza e di ruolo. In una seconda fase riesce decisiva l’azione posta in essere dai movimenti e dalle organizzazioni sociali sorti sulla base degli orientamenti di pensiero che confluirono nelle correnti del socialismo, del cattolicesimo e del liberalismo, indirizzi tutti presenti e variamente rappresentati nel corso del dibattito costituente e della fase di elaborazione dei principi costituzionali positivi emersi da quel confronto. I limiti e le insufficienze palesate da un tale moto sociale e dalle correlate scelte di politica costituzionale sono stati messi in luce da accurate analisi. Nonostante le tante riserve quella trasformazione ha trovato nella Costituzione una razionalizzazione che, se pure con taluni limiti e molte incongruenze, non ha potuto essere superata né privata di legittimazione negli svolgimenti successivi della vita nazionale.

3. L’integrazione dell’Europa e l’adesione del nostro Paese, tra i primi, a quel processo ha trovato basi solide solo quandol’economia e i diritti sociali sono stati posti a confronto e si è cercata una sintesi delle politiche comunitarie essenziali per contenere e indirizzare le dinamiche sociali, come l’agricoltura, l’iniziativa economica, la concorrenza con una dimensione del diritto che ha scomposto la figura unitaria del cittadino in quelle del produttore, dell’amministratore, del consumatore, del ricercatore ecc. La base economica dell’Europa, senza dare consistenza al nesso con il sociale riuscirebbe non solo povera e debole ma anche incapace di comporre i dissidi in quanto priva di valore. Le protezioni e le garanzie sociali che l’Unione Europea ha consolidato nel corso del tempo sono essenziali. Si può discutere dei livelli e dei limiti, delle compatibilità economiche, dei vincoli di convergenza e dell’effettiva consistenza di ciascun diritto ma un reale indebolimento segnalerebbe una debolezza della compagine europea difficilmente sanabile. L’arretramento aprirebbe fratture gravi per cui l’Unione stessa potrebbe essere destinata a scomporsi, perdendo, in breve tempo, quel necessario e già affievolito afflato solidale che la unisce. Per tale ragione sembra opportuno sottolineare che nei testi fondamentali dell’Unione Europea e del Consiglio d’Europa, le due configurazioni istituzionali del Vecchio Continente, (trattati, carte dei diritti, dichiarazioni costitutive, atti d’indirizzo) il benessere dei popoli viene configurato nei termini della sostenibilità e della qualità della vita, cioè in relazione a valori e condizioni di esistenza che meritano di essere posti al centro della riflessione, soprattutto nei periodi di decadenza e di offuscamento del fondamentale e naturale principio di giustizia che deve indirizzare al bene comune l’opera di coloro che sono chiamati all’esercizio dei pubblici poteri.